Articolo in italiano
di Cristina Belli
“Se voglio mostrare il mondo per come è, devo inventarlo”. (Hilma af Klint)
Come spesso accadeva, oggi molto meno, le donne facevano fatica a farsi spazio nella società e a rendersi visibili agli occhi dei contemporanei. Hilma af Klint è una di quelle donne: artista talentuosa e pioniera dell’Astrattismo (che invece conosciamo per esponenti maschi, quali Wassily Kandinsky e Piet Mondrian).
La sua storia è stata raccontata nel documentario “Beyond the Visible”, del 2019, in cui si alternano immagini delle sue opere agli eventi della sua vita.
Hilma af Klint nasce a Stoccolma nel 1862, da una famiglia nobile. Appena ventenne è una delle prime donne ad essere ammesse all’Accademia Reale Svedese di Belle Arti. Nel 1908 si trasferisce sull’isola di Munsö, per assistere la madre inferma, pur continuando a dipingere. Farà poi rientro a Stoccolma, dove troverà la morte nel 1944, in seguito alle complicanze dovute ad un incidente, che la vede investita da un tram.
L’epoca in cui la pittrice vive e lavora è quella di scoperte rivoluzionarie: la meccanica quantistica e la divisibilità dell’atomo, la psicanalisi di Freud, la teoria della relatività di Einstein. In questo clima di fermento, la colta e curiosa Hilma si interesserà anche alla dottrina antroposofica di Rudolf Steiner.
Quello che appassiona soprattutto la Klint è esprimere pittoricamente ciò che si cela aldilà del visibile. Quindi le sue opere non sono mere astrazioni di forme, come nell’Astrattismo vero e proprio. L’artista crede nell’esistenza di una dimensione spirituale del quotidiano e vuole rappresentare ciò che si trova al di là di quello che gli occhi possono vedere.
La Klint farà parte di un gruppo di cinque donne ( chiamato “The Five” o “The Friday group”) che coltiveranno la meditazione, la preghiera e gli esercizi spirituali. Ne farà parte anche la medium Sigrid Hedman, che insegnerà alle altre la scrittura e il disegno automatici. Le cinque donne, durante questi incontri, contattano degli esseri spirituali, che chiamano Maestri, da cui ricevono messaggi, che poi trascrivono. In questo periodo Hilma farà l’esperienza che cambierà la sua opera per sempre: durante una seduta spiritica sente una voce dirle di fare dipinti su un “piano astrale”, per “proclamare una nuova filosofia di vita”. Nel 1906 comincia a produrre i primi esempi di arte astratta: una serie di enormi, colorati, strani lavori senza precedenti nella pittura dell’epoca. In questo senso possiamo affermare che la Klint è stata un’artista astratta, prima che esistesse l’Astrattismo. Il gruppo principale di questi lavori sono “I dipinti per il tempio” (1906-1915), in cui troviamo forme geometriche, spirali, cigni, studi botanici, parole, lettere e molto altro. I suoi dipinti non verranno mai esposti finché sarà in vita, rimanendo confinati nella residenza di famiglia e poi riscoperti dal nipote. Nel testamento della Klint si legge che i suoi lavori astratti avrebbero dovuto essere resi pubblici non prima di venti anni dalla sua morte. Forse perché era infatti convinta che solo allora il pubblico avrebbe potuto capirne il significato?
Verranno esposti in pubblico solo nel 1986, nella mostra “The spiritual in art- abstract paintings 1890-1985”, a Los Angeles. La prima retrospettiva le verrà tributata solo nel 2013, a New York (“Hilma af Klint: Paintings for the Future”).
Le opere di questa visionaria e sottovaluta artista contemporanea sono oggi esposte a Stoccolma, al Moderna Museet (foto https://hilmaafklint.se/the-foundation/).
Se vi siete incuriositi, ecco due video in inglese e il sito in cui trovare il trailer del documentario:
https://www.youtube.com/watch?v=CHdud9km7bQ&ab_channel=GuggenheimMuseum
https://www.youtube.com/watch?v=6ab_QfeL4u4&ab_channel=ArtHistorySchool
https://kinonow.com/search?q=klint