Articolo in italiano
di Cristina Belli
“All’inizio facevo ritratti di bambini, e naturalmente i bambini hanno grandi occhi. Per qualche motivo, hanno cominciato a diventare sempre più grandi. Poi, quando ho iniziato a dipingere i bambini immaginari invece di quelli reali, gli occhi sono diventati ancora più grandi”. (Margaret Keane)
Margare Keane è morta quest’anno (il 26 giugno), a novantaquattro anni. Pittrice statunitense famosa per i suoi soggetti dagli occhi grandi e malinconici, la cui storia ha ispirato il film “Big eyes” del regista Tim Burton. Nella seconda metà degli anni Sessanta divenne famosa per il furto artistico di cui fu vittima, perpetrato dall’allora marito, Walter Keane. Egli, infatti, si appropriò delle opere di Margaret, vendendole a proprio nome. La Keane fu inizialmente d’accordo col marito, convinta che non sarebbe altrimenti riuscita a vendere le sue opere: “Non volevo che la gente sapesse che ero un artista. Mi vergognavo. Pensavo agli artisti come persone strani e folli”. Ma andiamo con ordine.
Peggy Doris Hawkins (questo è il vero nome) nacque nel 1927 a Nashville, Tennessee. Cominciò a disegnare fin da bambina. Il problema all’udito di cui soffrì nell’infanzia, la portò a concentrarsi sugli occhi di chi incontrava, per leggere lo sguardo delle persone; questo spiega la genesi dei grandi, incombenti occhi tipici dei suoi quadri.
A diciotto anni, si iscrisse alla “Traphagen School of Design”, di New York. Si sposò molto giovane e nel 1950 ebbe la sua unica figlia, Jane. Negli anni Cinquanta lavorò come decoratrice e poco dopo iniziò a dipingere ritratti di donne, bambini e animali tutti caratterizzati da enormi occhi. Finito il primo matrimonio, la pittrice sposò nel 1955 Walter Keane, agente immobiliare e pittore dilettante, e andarono a vivere insieme a San Francisco. Per “aiutarla” Walter cominciò a vendere le opere di Margaret , spacciandole come fossero proprie; nel 1957 organizzò addirittura una mostra personale, senza rivelare la verità. Le opere, firmate semplicemente con la sigla “Keane”, ottennero un grande successo di pubblico. Margaret, inizialmente consenziente, fece poi fatica a rivelare l’inganno perché, come avrebbe dichiarato in seguito, temeva ritorsioni da parte di lui. Walter diventò sempre più prepotente e abusante; la minacciava e le ordinava in continuazione dipinti con soggetti diversi: «Fanne uno con un costume da clown. Oppure fai due bambini su un cavallo a dondolo.» Per tutti gli anni Sessanta i dipinti continuarono quindi ad essere venduti a nome Walter Keane.
Nel 1964 però Margaret lasciò Walter, si trasferì alle Hawaii, dove incontrò Dan Mc Guire, che divenne il suo terzo marito, nel 1970. Fu proprio in quell’anno che finalmente denunciò, per radio, l’inganno dei quadri, trovando il coraggio di rivendicarne la maternità. Un giornalista di San Francisco organizzò dunque una sessione di pittura dal vivo alla quale avrebbero dovuto partecipato sia lei sia Walter: quest’ultimo non si presentò. Anni dopo, di fronte al giudice del Tribunale si decise poi chi dei due dicesse il vero: furono invitati nuovamente a rappresentare un bambino dagli occhi grandi, ma Walter si rifiutò di dipingere, mentre Margaret non ebbe alcun problema ad eseguire l’opera, in meno di un’ora. Walter fu perciò condannato a risarcire la Keane, per danni: non ottenne mai il risarcimento, perché l’uomo aveva sperperato tutto il patrimonio ricavato dalla vendita dei quadri, ma quel verdetto servì a restituire dignità al suo lavoro.
Pur mantenendo sempre il marchio di fabbrica degli “occhioni”, i dipinti della Keane si modificarono nel corso del tempo. Quelli eseguiti durante il matrimonio con Walter avevano occhi tristi e sfondi scuri, invece quelli della seconda parte della vita furono più felici e luminosi. Keane arrivò a diventare una vera icona pop, anche se la critica non la apprezzò mai fino in fondo. Come ebbe a dire lei stessa, uno dei suoi artisti preferiti fu Amedeo Modigliani; la sua arte influenzò considerevolmente la sua maniera di dipingere le figure femminili. Nel 2014 Tim Burton, suo estimatore, le dedicò un film che immortalerà la sua storia e la farà conoscere al grande pubblico. Alla domanda su come mai avesse scelto di fare il film, rispose così: «… ho provato anche un senso di intima familiarità col personaggio di Margaret così com’è stato scritto sulla pagina, comunque fedele alla vera persona. Quando ero bambino parlavo a malapena. Non ero un comunicatore. E mi affascinavano le persone capaci di parlare. Margaret parla poco, mentre Walter è un abile oratore, e da qui sorge la nevrotica dinamica tra i due, un connubio tra opposti. Il caso bizzarro di due persone diverse che diventano una strana cosa singola, una forma di vita ibrida, Keane… Margaret è una personalità non verbale, come me. Non è capace di farsi valere con la parola. Si esprime con le sue tele, lascia che sia la sua arte a parlare per lei. Io funziono allo stesso modo». L’attrice Amy Adams, che interpreta il suo personaggio, vinse il Golden Globe come miglior attrice nel 2015.
Per chi volesse approfondire:
https://www.youtube.com/watch?v=OMKnuhNe3Pc&ab_channel=KQEDArts
https://www.youtube.com/watch?v=QX9p_8uOry4&ab_channel=FamousBiographies
https://www.youtube.com/watch?v=U15ETTree4o&ab_channel=VideoGallery
https://www.youtube.com/watch?v=IX7dNpWnf6E&ab_channel=TheNewYorkTimes
Due interviste ad Amy Adams e Tim Burton:
https://www.youtube.com/watch?v=k2bucp4MJjQ&ab_channel=ScreenSlam