Articolo in italiano / di Alessio Martellotti
foto di Alessio Martellotti
Il Chianti Sculpture Park (Parco Sculture del Chianti) è una mostra permanente di installazioni e sculture contemporanee a cielo aperto. La principale caratteristica del Parco è l’integrazione tra arte e natura circostante. I gestori – gentilissimi – mi spiegavano che ogni artista ebbe modo di visitare il bosco, sviluppando poi una proposta specifica per il luogo scelto, ottenendo così un connubio ideale fra l’opera, i colori, la luce, i suoni e la geologia del luogo in una sorta di intimo dialogo con la natura. Il progetto ha coinvolto artisti dai cinque continenti e favorito l’uso di materiali diversi, per offrire al visitatore una vastissima esperienza sensoriale e – in generale – una ricca panoramica delle forme d’espressione dell’arte contemporanea e delle sue implicazioni sociali nel mondo di oggi.
Ho visitato il parco i primi di giugno, in una tipica mattinata di sole in piena estate. Il parco, immerso in un fitto bosco di querce, si trova tra i borghi di Pievasciata e Vagliagli a circa 10 chilometri a nord di Siena. Arrivando da Pievasciata si può già avere un assaggio del carattere fortemente artistico del luogo perché lungo la strada e nel paese, sono ubicate delle spettacolari sculture permanenti in armonia con natura e architettura locale, tant’è che Pievasciata è, a giusto titolo, definita (B.A.C) Borgo d’Arte Contemporanea.
Proprio come il Giardino dei Tarocchi di Niki de Saint-Phalle in Maremma o la collezione d’arte a Villa Gori (Fattoria di Celle) presso Pistoia, anche il Parco Sculture del Chianti, aperto al pubblico dal 2004, segue la storica tradizione italiana delle opere “site-specific” ovvero concepite per essere collocate in un determinato ambiente (generalmente naturale a cielo aperto) o addirittura realizzate “in situ” (sul posto!). La gloriosa storia dell’arte italiana annovera decine di esempi sul tema: dal Parco dei Mostri di Bomarzo a Viterbo al Gigante dell’Appennino di Villa Damidoff vicino Firenze, da Villa d’Este a Tivoli alla Grotta dei Giardini di Boboli a Firenze, fino al serpente alato negli Orti del Parnaso sempre a Firenze o alla Scarzuola di Montegabbione a Terni… Una tendenza quindi, figlia legittima della cultura artistica del nostro Bel Paese che, stavolta si riaffaccia nel Chianti per volere dei suoi ideatori, i galleristi Piero e Rosalba Giadrossi, con un parco tematico di sette ettari in leggera pendenza dove, seguendo il sentiero, ci si imbatte in stupefacenti sculture dislocate fra cespugli, alberi, gole, rocce o – in alcuni casi – mimetizzate nel sottobosco.
Varcando il pittoresco cancello d’entrata veniamo subito accolti dalle variopinte mucche bidimensionali dell’artista di Singapore Vincent Leow: “The Milk Factory” una palese protesta contro la sperimentazione clonale, opera realizzata a seguito delle polemiche scaturite per la clonazione della pecora Dolly in Scozia. Un’opera a me molto cara sia per il delicato tema affrontato che per la mia innata simpatia verso questi paciosi animali. Pochi passi più avanti troviamo l’Anfiteatro: realizzato nel 2009, presenta un palco minimalista sormontato da quattro grandi blocchi (due lastre in marmo bianco di Carrara dietro, più due di granito nero dello Zimbabwe davanti) che fungono da quinte e danno profondità alla scena, mentre i terrazzamenti delle sedute continue, sfruttano l’inclinazione naturale del terreno. Non si tratta di una mera installazione ma di un vero e proprio teatro funzionale e attivo: infatti grazie all’acustica ottimale, nelle serate estive, vi si tengono concerti, spettacoli ed eventi avvalorati da una cornice paesaggistica a dir poco suggestiva…il tutto in compagnia di celebri “sagome” del cinema quali: Hitchcock – già sul palco, Laurel & Hardy, Fellini, Chaplin e altri – seduti tra il pubblico. Per inclinazione artistica squisitamente personale, ho trovato particolarmente emozionanti le opere degli artisti: Mauro Berrettini “La Pietra Sospesa”, Nicolas Bertoux “Angolo di Bosco Bianco” e Kemal Tufan “La Chiglia”. Aggiungo infine, per le sue implicazioni socio-politiche, l’argentina Xavier Barrera Fontenla “Per la libertà di Stampa”.
Non mi dilungherò in una documentazione puntuale delle numerose opere (ben 26!) che popolano il Parco e che – a mio avviso – comporterebbero una conoscenza attenta del singolo artista; concludo invece con alcune riflessioni personali “a freddo” post-visita unite a informazioni varie tra cui – in ultimo – l’elenco completo degli artisti in mostra. Dunque: l’itinerario “museale” è lungo circa un chilometro, adatto a tutte le età e molto stimolante anche per i bambini che, spesso interpretano la “land art” come enormi giocattoli da esplorare e su cui ruzzare allegramente; molte opere infatti sono interattive: si toccano con mano, si percorrono, si attraversano, addirittura si ascoltano e fanno da catalizzatore per osservare il bosco da punti di vista inusuali; un’arte ragionata dunque, frutto non del mero impulso creativo “di getto”; ma di ricerca, studio ed elaborazione che, ci danno modo fruire pienamente l’opera in sinergia con il luogo!
Il mio consiglio è: <<Cercate di vivere le opere e il parco in generale con gli occhi di bambino…>>
Dislocati nel parco, vi sono inoltre vari spazi di sosta attrezzati e due aree pic-nic: se la giornata è bella portatevi il pranzo al sacco…non si vive di sola arte! Buon appetito e buona visita!
Elenco artisti e opere del Parco Sculture del Chianti
01. Pilar Aldana-Méndez (Colombia), La Trappola del Tempo (The Time Trap)
02. Neal Barab (USA), Twist
03. Xavier Barrera Fontenla (Argentina), Per la libertà di stampa (Por La Libertad de Prensa)
04. Dominic Benhura (Zimbabwe), Il Salto della Cavallina (Leapfrog)
05. Mauro Berrettini (Italia), La Pietra Sospesa
06. Nicolas Bertoux (Francia), Angolo di Bosco Bianco (Coin de Bois Blanc)
07. Benbow Bullock (USA), Omaggio a Brancusi (Homage to Brancusi)
08. Roberto Cipollone detto Ciro (Italia), Chianti
09. William Furlong (Inghilterra), Lontano dal Sentiero Battuto (Off The Beaten Track)
10. Anita Glesta (Australia), Dialogo (Dialogue)
11. Piero Giadrossi (Italia), Come Eravamo
12. Kim Hae Won (Corea del Sud), Isola (Island)
13. Yasmina Heidar(Egitto), La foglia che cade (The Falling Leaf)
14. Vincent Leow (Singapore), La Fabbrica del Latte (Milk Factory)
15. Cor Litjens (Paesi Bassi), Edificio Incompiuto (Unfinished building)
16. Federica Marangoni (Italia), Arcobaleno colpito
17. Kei Nakamura (Giappone), La Casa Nel Bosco (The House in the Wood)
18. Johannes Pfeiffer (Germania), Confine (Limes)
19. Ursula Reuter Christiansen (Danimarca), Il Ponte Blu (The Blue Bridge)
20. Jeff Saward (Inghilterra), Il Labirinto di Vetro (The Glass Labyrinth)
21. Jaya Schuerch (Svizzera), Divergenza Armonica (Harmonic Divergence)
22. Dolorosa Sinaga (Indonesia), Fede e Illusione (Faith and Illusion)
23. Cristoph Spath (Germania), Equilibrio (Balance)
24. Kemal Tufan (Turchia), La Chiglia (The Keel)
25. Costas Varotsos (Grecia), Energy (Energia)
26. Adriano Visintin (Italia), Xaris