Articolo in italiano
di Cristina Belli
“Le donne devono riappropriarsi dei loro diritti, inclusi quei poteri misteriosi che da sempre sono stati nostri e che nel corso del tempo gli uomini hanno violato, rubato o distrutto“. (Leonora Carrington)
Leonora Carrington è stata una scrittrice e pittrice britannica, vissuta per gran parte della sua vita in Messico. Nacque nel 1917 nel Lancashire, nel nord-ovest dell’Inghilterra, da una famiglia agiata, infatti il padre, Harold Wilde Carrington, era un ricco industriale tessile e la madre Maureen Moorhead era figlia di un medico irlandese. Ebbe tre fratelli: Patrick, Leonard e Arthur. La madre, la nonna materna e la tata la crebbero raccontandole le fiabe del folklore irlandese, che furono un ricco bacino di immagini che ritroveremo nella sua arte. Accanto alle fiabe, la appassionò fin da piccola il mondo animale: lo zoo era infatti il suo luogo preferito. Leonora scriveva storie con animali protagonisti, quali cavalli, tartarughe e gatti. Intelligentissima e con abilità particolari (ad esempio era capace di scrivere con entrambe le mani e anche al contrario), già da bambina disegnò i protagonisti dei suoi sogni e delle sue fantasie.
Venne mandata a studiare in un collegio cattolico, ma manifestò mancanza di interesse per la scuola, probabilmente perché dislessica, ma soprattutto a causa del suo spirito ribelle e dell’avversione per le regole, che la porteranno anche ad essere espulsa diverse volte. A quindici anni si trasferì a Firenze, per continuare la sua formazione, presso l’Accademia internazionale del disegno; tornò a Londra per iscriversi nel 1935 alla “Chelsea College Art and Design”. Nel 1936 l’ammissione alla nuova “Ozenfant Academy of fine Arts” di Kensington cambiò la sua vita: ebbe l’opportunità di imparare nuove tecniche e iniziò a delinearsi la sua arte. Mancava solo l’incontro con l’arte surrealista per completare il suo universo artistico. Risale a questo periodo (gli inizi degli anni Trenta) il suo primo dipinto “Portrait of Joan Powell”, che ritraeva la sua compagna di stanza con in mano un libro e un muro di mattoni sullo sfondo. La figura della giovane donna, aveva uno sguardo di sfida, la sigaretta in bocca e un’aria di ribellione, che ritroveremo in altre opere della Carrington.
La madre le regalò una copia di “Surrealism” di Herbert Read e Leonora ne restò affascinata. “Ho sentito che era un universo a me familiare, dove era possibile collegare mondi diversi attraverso sogni e l’immaginazione”. Nel 1937 la visita alla mostra surrealista del pittore Max Ernst determinò la svolta. Leonora rimase attratta dall’arte di Ernst; i due si incontrarono casualmente ad una cena organizzata dall’”Ozenfant Academy” e si innamorarono. Lui aveva quarantasei anni ed era uno dei surrealisti più famosi; lei aveva solo diciannove anni. Nel 1938 si trasferirono a Saint Martin d’Ardèche, nel sud della Francia; qui Carrington dipinse il famoso “Self Portrait”, dove si ritrasse come una cavallerizza con capelli simili ad una criniera, mentre porgeva la mano a una iena, in compagnia di due cavalli (il cavallo e la iena diventarono per lei delle “guide spirituali” e incarnazioni del suo mondo interiore e istintivo).
La casa in Provenza fu punto di ritrovo per i surrealisti. Qui, nel 1939 la fotografa Lee Miller ritrasse Leonora e Max. Nonostante questa frequentazione e le influenze innegabili, Leonora non si sentì mai completamente parte del movimento. “Anche se le idee dei surrealisti mi attiravano, non mi piace che oggi mi classifichino come surrealista. Preferisco essere femminista” e ancora: “Essere una donna surrealista significava, per lo più, preparare la cena per gli uomini surrealisti”.
Nel 1939 vene pubblicata “La dama ovale”, una raccolta di racconti da lei scritti ed illustrati da Ernst. La maggior parte dei racconti degli anni Quaranta, videro protagoniste figure femminili dall’identità incerta, in cui convivevano tratti umani e animali; si trattava di giovani solitarie, che vivevano fuori del contesto sociale e rifiutavano di sottomettersi alle sue regole, preferendo la compagnia degli animali a quella degli umani. L’ammirazione di Ernst per il lavoro di Leonora era accompagnata però dalla convinzione che il merito dell’originalità dei testi della compagna fosse da attribuirsi a momenti di “visione ispirata”, più che alla capacità di scrittura di un’artista davvero consapevole.
Ernst rappresentò per Leonora sia una fonte di ispirazione, sia una figura paterna ed esigente dalla quale dipendere . Nel 1939, con l’inizio della seconda guerra mondiale, la Francia dichiarò guerra alla Germania, e la nazionalità tedesca di Max Ernst venne considerata una minaccia, perciò venne deportato in un campo di concentramento per stranieri. Leonora rimase sola e sperimentò gli effetti di questa dipendenza emotiva: lasciò la Francia e cedette la casa in cambio di un permesso di espatrio. Durante il viaggio verso la Spagna, manifestò i primi segnali di un grave crollo emotivo, tanto che la famiglia di origine decise di farla internare in un manicomio a Santander, dove venne giudicata effettivamente pazza. Non sappiamo con certezza se durante un trasferimento in un’altra struttura sanitaria sia potuta fuggire, oppure se la famiglia sia riuscita a farla dimettere; fatto sta che la ritroveremo a Lisbona. Qui fortunatamente incontrò il diplomatico messicano Renato Leduc, già conosciuto a Parigi, che le offrì asilo e poi la sposò, dandole così l’immunità diplomatica e la possibilità di viaggiare. Finalmente Leonora fu libera dalla minaccia di un altro internamento. Nella capitale portoghese rincontrò anche Max Ernst, dopo la loro separazione forzata; non erano più liberi, però. I due ripresero i contatti sia a Lisbona sia a New York, dove Leonora si trasferirà in seguito, anche se loro relazione sentimentale era ormai finita. Nel 1943, a ventisei anni, Carrington si trasferì col marito in quella che diventò la sua terra di elezione: il Messico. Come lei, altri surrealisti vivevano lì, fra questi Benjamin Péret con la moglie Remedios Varo, figura cruciale poiché diventò la sua più cara e intima amica, compagna di esperimenti esoterici, alchemici e riti magici.
Pochi anni dopo divorziò dal primo marito e sposò Chiki Weisz, un fotografo ungherese, che le darà due figli: Gabriel e Pablo. Leonora ricordò l’esperienza della maternità come una fonte di ispirazione; difatti dipinse “Baby giant” mentre era in attesa del secondo figlio. Nel 1963 ricevette una commissione pubblica per un murale, che doveva decorare una sala del Museo Nazionale di Antropologia, di Città del Messico. L’opera si intitolò “Il mondo magico dei Maya” e prese vita grazie ai viaggi, in solitaria, fatti tra lo stato del Chiapas e di Oaxaca, dove Leonora si documentò sui riti sciamanici delle popolazioni indigene. L’opera mescolava infatti la realtà documentaria con le fantasie dell’artista.
Con la rivoluzione culturale del 1968, anche il Messico fu investito da proteste e rivolte; Leonora sentì che non era più un posto sicuro, e decise di fuggire a Chicago, con i figli. Nel 1969 tornò in Messico e prese parte attiva al movimento femminista, esponendo le proprie teorie sull’eguaglianza di tutte le forme di vita (dipinti come “L’antenato” e “La dea madre” riflettevano proprio queste idee). Partecipò anche alla mostra collettiva “La donna come creatrice e soggetto dell’arte”, accanto a Frida Kahlo e a Remedios Varo.
Nei decenni successivi continuò a esporre e le sue opere furono visibili in vari musei del mondo. Nel 2000 lo Stato messicano la insignì del titolo di “mujer distinguida” ( figura femminile di spicco), e successivamente divenne cittadina onoraria messicana. Nel 2010, alla “Chichester’s Pallant House Gallery” nel Regno Unito, all’interno delle mostre chiamate “Surreal Friends” si svolse una delle maggiori mostre personali. Morì a Città del Messico nel 2011, all’età di novantaquattro anni, a causa di complicazioni dovute a una polmonite.
Per chi volesse saperne di più:
https://www.youtube.com/watch?v=lqXePrSE1R0&ab_channel=Tate
https://www.youtube.com/watch?v=rrZlwtWrKlY&ab_channel=CanalOnce
https://www.youtube.com/watch?v=nBa5Uy9Yl0I&ab_channel=IMAGIAmx