Articolo in italiano
di Alessio Martellotti
foto di Alessio Martellotti
La (ormai ex) Manifattura Tabacchi di Firenze, costituisce il più grande insediamento d’Italia dedicato alla produzione industriale di sigari e sigarette; il complesso venne concepito come un vero e proprio quartiere operaio; quindi – oltre agli edifici destinati alle varie fasi di lavorazione del tabacco – fu dotato anche di numerosi servizi destinati alla categoria operaia, quali: mensa, lavanderia, centro medico, asilo nido e dopolavoro, il tutto distribuito secondo un assetto planimetrico a corte interna, in un lotto trapezoidale di oltre 103.000 metri quadrati. Attribuzione progettuale quantomeno ambigua: sebbene gli esecutivi risultano firmati dall’ingegner Alessandro Nistri, il progetto – sotto il profilo squisitamente tecnico – è senz’altro opera del grande ingegnere Pier Luigi Nervi, titolare peraltro dell’impresa costruttrice. Va ricordato che, Nervi è uno dei principali maestri del razionalismo italiano di fama internazionale, autore – solo nel capoluogo toscano – di edifici importanti come la Scuola Aeronautica Militare (nel vicino parco urbano delle Cascine) e lo stadio di calcio della Fiorentina, “Artemio Franchi” sito nel rione Campo di Marte.
I lavori per la realizzazione dell’insediamento vennero avviati nel 1933 e completati nel 1940, con una grande inaugurazione in pompa magna alla presenza di illustri personalità dell’epoca, come l’Arcivescovo di Firenze Elia Angelo Dalla Costa e del Grande Ammiraglio Paolo Thaon de Revel. L’edificio di maggior pregio del complesso, di grande impatto scenico su fronte strada, è senz’altro il corpo degli uffici direzionali, interamente rivestito in travertino ed arretrato rispetto all’asse parallelo di Via Delle Cascine tramite la frapposizione di un giardinetto con muro di cinta; questo presenta un ampio fronte ad esedra, su due piani fuori terra, dal quale risalta un corpo centrale lievemente più alto rispetto alle ali laterali, tripartito da grandi aperture architravate, con portali al piano terra e grandi finestre al piano superiore: la balaustra è costituita da tre pannelli in travertino a bassorilievo raffiguranti le fasi della lavorazione del tabacco (opera del maestro laziale Francesco Coccia). La produzione rimase attiva per quasi 60 anni, fino al 1999, quando, la struttura divenne proprietà dell’Ente Tabacchi Italiani che, ne decise la cessazione operativa per poi chiudere definitivamente nel 2001.
L’area, fino ai primi mesi del 2014 è stata utilizzata come deposito per scenografie e costumi dell’attiguo Teatro della Pergola (l’ex ufficio del dopolavoro operaio). Il complesso, considerando i suoi quindici anni di generale trascuratezza manutentiva, ha retto bene il peso del tempo ed è già, da alcuni anni oggetto di un cospicuo ricepuero e riuso per vari scopi funzionali, tra cui abitazioni di prestigio a basso impatto ambientale, negozi, spazi espositivi, ricreativi e sedi istituzionali. Il corpo edilizio che ospitava i servizi generali (vedi schema planimetrico in foto) è stato già brillantemente recuperato e riattivato come sede del Polimoda di Firenze e la grande corte è zona di passaggio e sosta per studenti, addetti ai lavori e clienti dei vicini servizi. Una concezione fondata quindi sull’idea di creare un luogo poliedrico multiuso, costantemente animato da attività e contaminazioni di vario tipo, per dare lustro e riportare a nuova vita uno dei più interessanti e suggestivi siti di archeologia industriale del ’900 italiano che, anche durante il suo triste periodo di abbandano è comunque rimasto, nelle rare occasioni di riapertura, meta di pellegrinaggio per amanti dell’architettura monumentale, storici dell’arte, artisti, fotografi e curiosi vari. Fuori dai canonici giri tiristici della “Firenze museale” merita sicuramente una capatita, per godere di uno spazio contemporaneo fuori dai tradizionali schemi urbani e già in linea con le ormai consolidate tendenze nord-europee di “urban living spaces”.