Articolo in italiano
di Cristina Casas
Le prime notizie che abbiamo sul Tango, inteso come genere musicale, ci dicono che già tra il 1850 e il 1880 ne esisteva un primo abbozzo. Fu poi, dopo il 1880, che si sviluppò come oggi lo conosciamo, cioè nella sua peculiarità di Tango classico.
Nasce nella zona del Rio de la Plata, in Argentina, in un’epoca politicamente burrascosa per il Paese, che stava per raggiungere l’unità nazionale e che solo dopo il 1880 si lasciò alle spalle sessanta anni di conflitti interni. Il Tango nasce come espressione del popolo e con segni marcati di Candombe, il ritmo africano portato in America dai carichi umani di schiavi neri, reso poi popolare dai loro discendenti e Habanera, la danza cubana, arrivata in Argentina prima della metà del XIX Secolo. Il Tango ha influenze che vengono anche dalla Milonga, la musica folcloristica presente sia in Uruguay che in Argentina. La musica del Tango quindi è il risultato di una fusione collettiva, una creazione artistica che univa sia i locali che gli immigrati, ed esprimeva, in maniera universale, il senso di appartenenza all’Argentina.
Veniva solitamente eseguito da un trio composto da violino, flauto e chitarra. Si diffuse come danza popolare, eseguita in luoghi malfamati e divenne successivamente anche cantato, con tematiche che riflettevano le condizioni di vita delle persone dei ceti sociali più bassi. Il Tango cantato e danzato, socialmente ripudiato, si concentrò quindi nella periferia. Condannato dalla chiesa e proibito dalla polizia, quel tango era considerato “scandaloso”. La società di Buenos Aires lo rifiutò, proprio perché peccaminoso. Ma paradossalmente, i figli delle più importanti famiglie di Buenos Aires lo conoscevano molto bene!
Sappiamo inoltre, grazie a notizie dell’epoca, che nel 1910, lo scrittore Gùiraldes ha ballato il tango, per la prima volta, a Parigi e che già nel 1912, il Tango era diventato popolare nelle principali capitali europee. È allora che, dopo aver varcato il confine transatlantico iniziando a splendere nel vecchio continente, riporta il suo valore al nuovo continente, più precisamente nel cuore della società di Buenos Aires.
Inoltre, in seguito al successo del Tango in Europa come danza, dal 1910, già nel 1913 Gladys Beattie Crozier pubblicò The Tango and How to Dance It, il primo libro dedicato al Tango, e anche il primo libro della storia dedicato a una danza popolare. Sempre intorno all’anno 1913 il famoso ballerino “El Cachafaz” (Ovidio José Bianquet), che sarebbe diventato il ballerino di tango più famoso della storia, aprì la sua accademia di danza a Buenos Aires.
Ed è allora, dal 1915 in poi, che iniziarono ad aprire Cabaret di lusso ed eleganti Caffè, dove al Tango venivano dedicati interi cicli, con vere e proprie associazioni di artisti, che univano la danza e la musica dal vivo. In questi luoghi ora “accettati” si presentavano i compositori con le proprie orchestre, non più solo il trio, ma anche orchestre intere. Sempre in questi anni, importanti furono le evoluzioni per la storia del Tango: si unì infatti all’interpretazione musicale, fissa ed imprescindibile, il bandoneòn (lo strumento inventato in Germania nel 1835, da Heinrich Band e che fu successivamente commercializzato con il nome di Band-Union, da cui l’adattamento bandoneòn). Questo strumento era nato come organo portatile, ma fu grazie al Tango che ebbe un’ evoluzione e si perfezionò al punto che la fabbrica in Germania riceveva indicazioni circa le esigenze dei musicisti argentini, per il miglioramento nella costruzione dello strumento. Se non conoscete il bandoneòn assomiglia alla fisarmonica, ma fra le differenze c’è che non ha una tastiera, ma dei bottoni in entrambi i lati. La risorsa in più del bandoneon è che la melodia può essere suonata anche con la mano sinistra, mentre nella fisarmonica con la tastiera da un lato la suoni solo con la mano destra. Il successo dello strumento in questione nella musica del tango non è solo per questioni tecniche, ma anche per il tono malinconico che si percepisce con le diverse intensità nel fare entrare ed uscire aria, per regolare il suono, moderando la spinta per la fuoriuscita dell’aria, modificando il volume e la dinamica del suono (mi riferisco a forte, piano, fortissimo, pianissimo ecc…), dando spazio a una impronta interpretativa personale in ogni artista.

Nel Tango cantato le prime opere formali e più importanti che segnano una nuova fase, sono del compositore argentino Pascual Contursi (1888-1932), le cui opere furono interpretate e poi incise dal noto cantante Carlos Gardel.
Nel 1912 un giovane Carlos Gardel incise i suoi primi dischi di canzoni popolari argentine e nel 1914 Gardel e Razzano si presentarono prima nei Cabaret e presto anche nei Teatri, non solo in Argentina (Teatro Nacional de Buenos Aires), ma nel 1915 anche in Uruguay (Teatro Royal de Montevideo) e ci giungono notizie che dopo il concerto, venivano portati in spalla dal pubblico per le strade, come se si trattasse di eroi.
Dal 1920 il tango guadagna in qualità musicale e interpretativa e si formano delle grandi orchestre, dedicate esclusivamente a questo genere. Le prime grandi orchestre furono quelle di Juan Carlos Cobián (1896-1942) e Julio de Caro (1899-1980) che divennero popolari con la nascita della radio, che le trasmetteva in diretta. Il più noto per il livello di eccellenza fu Osvaldo Pugliese (1905-1995).
Dopo gli anni ’30 il Tango si diffonde nei teatri e nei cinema, con l’avvio del cinema sonoro e negli anni ’40-’50 lo spettacolo si arricchisce di famosi duetti, come Anibal Troilo con Francisco Fiorentino e poi Juan D’Arienzo con Héctor Mauré, tra gli altri. Il Tango è un genere che si evolve senza sosta e negli anni ’60 si trasforma in un vero e proprio oggetto di culto. In quel decennio, tra gli anni ’60 e gli anni ’70, apparvero nuovi seguaci, di cui il suo discepolo più importante fu Astor Piazzolla (1921-1992). Astor Piazzolla sviluppò il Tango e fu un grande innovatore. Compositore e interprete della sua propria narrativa musicale, Piazzolla fu parte fondamentale della storia evolutiva del Tango, fino a farlo diventare Tango Nuevo, anche conosciuto come Tango de Concierto.
Nel 2009 l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Istruzione, la Scienza e la Cultura, conferisce al genere Tango il valore di Patrimonio Universale Immateriale dell’Umanità, uno status culturale protetto perché considerato un bene culturale immateriale che deve essere salvaguardato.
Guida all’ascolto
I primi Tango nella storia, di cui abbiamo notizie:
Dame la lata, del 1886, autore anonimo
El Talar, del 1895, di Prudencio Aragón
El Entrerriano, del 1897, di Rosendo Mendizábal
El Choclo, del 1903, di Ángel Gregorio Villoldo
Tango noti per i loro debutti famosi:
Tinta Roja (1941), versi di Cátulo Castillo con musiche di Sebastián Piana
Barrio de Tango (1942), con versi di Homero Manzi e musica di Anibal Troilo
Malena (1942), testi di Homero Manzi e musica di Lucio Demare
Buon ascolto!